Uno degli articoli sull’IA che ha fatto più “rumore”, nel 2023, è stato quello del New York Times
con i profili dei protagonisti “dietro l’alba del movimento della moderna intelligenza artificiale”.
Nel pezzo scritto da J. Edward Moreno, business reporter del quotidiano americano, si fanno i nomi
di 12 persone. Sono tutti uomini.
Quell’articolo del New York Times ha scatenato molte polemiche. Qualcuno ha anche creato una
petizione affinché il giornale statunitense aggiornasse la sua lista, includendo le donne che hanno
contribuito a questa rivoluzione tecnologica.
Anche perché ci sono, eccome. Come dimostra un bellissimo numero del Time, sempre del 2023,
dedicato alle “100 persone più influenti nel campo dell’intelligenza artificiale”. Sulla copertina
della rivista i volti più grandi sono sempre maschili, ma quelli femminili in compenso sono molto
vicino al 50% del totale degli individui raffigurati.
L'IA, in teoria, non ha volto.
Ma è evidente che nel mondo reale ha le fattezze di un maschio adulto. Sono i tratti di Sam Altman, l’imprenditore che incarna gli algoritmi di ChatGpt, e degli uomini alla guida delle “sette sorelle
dell’IA”: OpenAI, Meta, Inflection, Anthropic, Amazon, Google e Microsoft.
I loro presidenti e dirigenti erano tutti schierati, a luglio 2023, quando il presidente Biden li ha convocati alla Casa Bianca per discutere la regolamentazione dell’IA. Uno di loro, l’italo-americano Dario Amodei, ha fondato Anthropic con la sorella Daniela. Lui è l’amministratore delegato dell’azienda. Lei la presidente. La ripartizione dei ruoli non deve ingannare: in prima fila c’è sempre Dario. Stesso discorso per OpenAI: Altman è il Ceo che va in copertina, ma se l’azienda funziona è anche perché - dietro le quinte - c’è Mira Murati che fa da direttrice d’orchestra.
Eppure uno studio del 2020 del World Economic Forum ci dice che le donne costituiscono solo il 26% della forza lavoro nel settore dell’intelligenza artificiale. Un’altra indagine condotta da Stanford nel 2021, invece, sottolinea amaramente che solo il 22% dei Dottorati di Ricerca degli ultimi dieci anni in informatica e IA, nel Nord America, è riconducibile a figure femminili.
E in Italia?
Le donne che si occupano di intelligenza artificiale, e che contribuiscono alla diffusione e allo sviluppo di questa tecnologia, sono tantissime. Ma non basta dire che ci sono. Bisogna evidenziare
“chi” sono. E cosa fanno.
Quella che segue è una lista sicuramente incompleta - vi invitiamo a integrarla segnalando le nostre
lacune a desk@italian.tech - ma è comunque una fotografia abbastanza accurata delle donne dell'IA
nel nostro Paese.
Gli stessi nomi li troverete sullo speciale cartaceo di Italian Tech in edicola dal prossimo 19 marzo,
una sorta di “Who's who” tricolore dell’intelligenza artificiale: nomi, cognomi, ruoli e mini bio di
tutti gli italiani che lavorano al presente e al futuro dell’IA.
Marcella Cornia - Ricercatrice del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Ha vinto il premio europeo come best Phd in Ai di Ellis.